L’infezione da SARS-CoV-2 rappresenta una sfida anche per i reumatologi. Da un lato esiste la possibilità teorica di una maggior suscettibilità all’infezione, e maggiore aggressività nei pazienti sottoposti ad immunosoppressione, dall’altro alcuni farmaci antireumatici sembrano poter avere un ruolo anche nel trattamento dell’infezione COVID-19. Per quanto riguarda la maggiore suscettibilità/aggressività, i dati ad oggi disponibili non sembrano andare in tal senso, anche se ovviamente non esistono ancora degli studi controllati su grosse casistiche e di lunga durata. Una recente revisione (Favalli EG, Ingegnoli F, De Lucia O, Cincinelli G, Cimaz R, Caporali R. COVID-19 infection and rheumatoid arthritis: Faraway, so close! Autoimmun Rev. 2020 Mar 20:102523. doi: 10.1016/j.autrev.2020.102523) ha ben illustrato le caratteristiche del virus, oltre a sottolineare il rischio di infezione virale nei pazienti con artrite reumatoide e l’impatto dei farmaci antireumatici sulle infezioni virali in generale e nello specifico il loro possibile ruolo nel trattamento dell’infezione COVID-19. I vari farmaci attualmente in sperimentazione, inclusi tocilizumab, anakinra, e idrossiclorochina sono discussi in questo articolo.